Il percorso e i luoghi più rilevanti
Il percorso della vita del Santo è stato riassunto graficamente nella sottostante carta geografica, nei luoghi indicati con i caratteri alfabetici dalla 'A' alla 'O'.
I luoghi identificati dalla 'X' e dallo sfondo giallo, sono quelli che non è provato che siano stati visitati dal Santo, ma hanno una notevole rilevanza per il culto.
I luoghi hanno una colorazione diversificata, a seconda dei parametri
sotto indicati, in essi presenti:
- Vita del Santo: il Santo vi ha vissuto, oppure vi é transitato,
lasciando traccia, quantomeno nella sua storia;
- Opere: il Santo vi ha costruito chiese, monasteri o romitori;
- Immagini: vi esistono immagini del Santo (statue, affreschi, dipinti
o altro);
- Culto: vi esiste un culto di San Domenico Abate.
Cliccando sui luoghi riportati sulla seguente mappa, si potrà accedere alle notizie che sono state raccolte, in ordine alla sua relazione con il Santo.
I luoghi sono stati colorati in maniera diversa, a seconda della presenza di tutti o parte dei quattro parametri sopra elencati. A fianco della mappa sono riportati gli abbinamenti colore - parametri. Se, per esempio, il luogo è di colore rosso, significa che vi sono tracce della vita e delle opere, immagini e culto del Santo.
Vai sul punto colorato
Apparirà il relativo tipo gruppo di parametri abbinato.
L'esposizione delle località contenuta in questo libro, non esaurisce assolutamente quelle che sono le tracce del culto di San Domenico, rilevabili in gran parte del centro Italia, nel corso dei secoli. Peraltro, la sua fama di taumaturgo, nell'ambito del culto ofidico, ha conosciuto un nuovo vigore con il clamore che la festa di Cocullo, grazie alla grande risonanza mediatica. Comunque, riteniamo assolutamente importante evidenziare alcuni altri luoghi dove abbiamo trovato interessanti tracce, e altri che, devoti al Santo, meritano senz'altro un più approfondito studio futuro. In merito al culto di San Domenico, per il punto di vista antropologico, segnaliamo l'opera, probabilmente più importante, che sia stata mai scritta: Aspetti magico - religiosi di una cultura subalterna italiana, scritta da A.M. Di Nola (cit. 6).
- OSIMO (AN): durante le nostre ricerche è emersa la presenza di una reliquia votiva, costituita da un piccolo frammento di osso, di S. Dominici Abbatis de Cocullo, conservata insieme ad altre di altri santi, in un reliquiario a tabella del secolo XIX. Il reliquiario che ha origini marchigiane, appartiene alla Basilica di S. Giuseppe da Copertino. L'origine della reliquia è incerta, anche perchè, sul posto non è stata rinvenuta la bolla di certificazione. Comunque c'è da sottolineare che può essere pervenuta ad Osimo da altri centri marchigiani, dopo le varie vicissitudini che hanno attraversato la Chiesa di Roma, nel XIX secolo, da Napoleone allo scioglimento degli ordini religiosi, dopo l'unità d'Italia. Sono state interessate tutte le DIocesi delle Marche, grazie all'intervento di padre Remo Marchetti, del Centro Missionario dei Frati Minori Conventuali delle Marche, ma il risultato é tuttora negativo. La reliquia, comunque, non dovrebbe essere più antica del XVIII secolo, quando furono fatte le ricognizioni delle spoglie del Santo e, con ogni probabilità, fu prelevato l'osso che è conservato in Vaticano, e dal quale vengono ricavate le reliquie votive del Santo
- FIUGGI (FR):Fino al 4 maggio 1674, esisteva la parrocchia di San Domenico di Cocullo, quando per ragioni economiche, fu soppressa ed unificata a quella di Santa Maria del Colle o de Foris. La chiesa era allocata sull'antica piazza dell'Olmo, ora p.zza Trento e Trieste, e fu abbattuta nel XVIII secolo; sullo stesso sito fu edificata un'altra chiesa, consacrata nel 1747, intitolata alla Vergine Immacolata, più celebre come S. Chiara, perchè annessa all'omonimo monastero, tuttora esistente e proprietà delle suore di S. Chiara (cit. 31 e 61);
- SCANNO (AQ): dove esiste devozione per il Santo, vista anche la partecipazione alle feste di Villalago e Cocullo, oltre ad una reliquia costituita da un frammento dell'omero, custodita nella grande teca muraria della chiesa S. Maria della Valle. La reliquia ha avuto un riconoscimento di autenticità il 14 luglio 1630, nella chiesa di S. Rocco, a Scanno (cit. 40);R>
- ANVERSA DEGLI ABRUZZI (AQ): dove esiste devozione per il Santo, vista la partecipazione alle feste di Villalago e Cocullo. Inoltre, vi è una campana, presso la chiesa di S. Marcello, datata 1818, con la seguente iscrizione: "Opimis meritis P.N.D. Marcelli ac D.Dom Abb. - A Quo Vivente Metallum hoc cont. - Tempest. Remansit benedictum." ( Ai meriti abbondanti del padre e signor nostro Marcello e al signor Domenico Abate , dal quale ancora vivente , questo metallo fu benedetto contro le tempeste). Si tratta senz'altro di una campana rifusa nel metallo di una campana preesistente che sarebbe stata benedetta dall'Abate Domenico, contro le tempeste, secondo la tradizione riportata dal Celidonio (cit. 6);
- ARPINO (FR): centro che ha come patrono S. Domenico Abate e che nella chiesa di S. Sebastiano, nei pressi dell'attuale stazione ferroviaria, conserva un affresco del 1423, opera di Ambrogio da Ferentino e riproducente S. Domenico da Foligno (cit. 26);
- GUARDIAGRELE (CH): nella frazione S. Domenico, ci sono tracce di culto e un'immagine statuaria;
- QUADRI: nelle vicinanze di Pizzoferrato, dove esistono i ruderi del monastero di S. Maria dello Spineto, costruito nei pressi o sui resti dell'antico centro di Trebula. Recenti rilievi da parte della Sovrintendenza alle Belle Arti dell'Abruzzo, hanno accertato che il monastero, benedettino, fu costruito intorno all'anno mille. Il Furlani (cit. 8) ipotizza che possa trattarsi di una costruzione operata da S. Domenico Abate, durante il suo viaggio nella zona ad est della Maiella. Purtroppo, non esiste quasi nulla di certo sulle origini del monastero;
- LEONESSA (RI): nella frazione Piè di Poggio, ci sono tracce di culto ed una pittura di mano popolaresca (cit. 6);
- ORVIETO (TR): dove il culto per il Santo è sorto e tramontato nel XIX secolo, essenzialmente perchè, essendo un luogo scarso di acque, era flagellato da insetti nocivi, topi e serpenti. Il ricorso alla protezione di San Domenico è emerso in funzione delle sue virtù taumaturgiche (cit. 6);
- LISCIA, TORRICELLA PELIGNA, LAMA DEI PELIGNI, PALENA, TORNARECCIO, in provincia di Chieti: dove, pur non esistendo organizzazioni cultuali, esiste ugualmente devozione per il Santo. Da queste località, infatti, ogni anno, sono numerosi i pellegrini che si recano a Cocullo e Villalago, nelle rispettive festività in onore del Santo.