La letteratura che concerne la vita di San Domenico Abate si basa, in primo luogo, su due agiografie, scritte pochi decenni dopo la morte del Santo, dal suo compagno, il monaco Giovanni, che lo aveva seguito per gran parte della sua vita, e dal monaco Alberico, cassinese, divenuto successivamente cardinale. C'è anche una importante raccolta di miracoli, riportata nell'Analecta Bollandiana, di cui si sconosce l'autore, alcune citazioni sulla Chronica Casinensis ed alcuni documenti relativi alla donazione dei cenobi costruiti.
Quindi, c'è il ricco filone che, nel 1604, ha avuto inizio con l'opera di Gaspare Spitilli (cit. 16) ed è proseguito con lo Iacobilli (cit. 14), con il Tosti (cit. 11), al quale si sono agganciati quasi tutti gli autori successivi, con poche varianti.
In questo testo, ci siamo appoggiati alle due agiografie ed alle notizie contenute nei Miracoli, oltre a tutta la bibliografia riportata. E' importante precisare che il testo dell'agiografia di Alberico preso in considerazione, è quello coordinato dal Lentini (cit. 2).