VILLALAGO
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Economia attuale



Piazza Celestino Lupi - 1992

Indice paragrafi:
Il quadro generale

Villalago è stato tradizionalmente un paese legato all'agricoltura ed all'artigianato. Il secondo dopoguerra, però ha praticamente cancellato questa impostazione, per i motivi meglio spiegati nella sezione relativa alla storia del paese. Attualmente il quadro economico è il seguente:

  1. settore primario - agricoltura ed allevamento. La coltivazione dei campi è limitata al solo consumo familiare. L'allevamento registra, invece, una importante presenza. Recentemente, la società PINGUE di Introdaqua (AQ) ha acquistato i circa 700 capi di bestiame, alloggiati presso i capannoni di località Colle Lioni, assicurando una presenza stabile nell'economia locale. I prodotti caseari e di macellazione vengono venduti presso un negozio in via Buccini Vincenzo.
    In località Vignaronica, è nato un allevamento di struzzi, destinati alla macellazione.
    La novità più importante, però, è la CO.LA.FOR. (Cooperativa Lavori Forestali), nata con i contributi della Comunità Europea, e destinata al rimboschimento ed alla manutenzione delle foreste e dei sentieri, oltre che all'approvvigionamento di legna da ardere. La cooperativa sta costruendo, in località Vignaronica, un vivaio per la produzione dei germogli da impiantare nelle aree di rimboschimento;
  2. settore secondario - industria ed artigianato. La localtà Vignaronica, anche in questo campo, sta segnando la riscossa economica di Villalago. Agli inizi degli anni '90, è stata ultimata la realizzazione della zona artigianale. A tutt'oggi, sono stati costruiti 4 capannoni ed è operativa una sola azienda, la Data Delay Devices Europe s.r.l., con 17 addetti, che produce circuiti integrati di ritardo, per sistemi elettronici, un vero pezzo di Silicon Valley! Si auspica che anche gli altri capannoni siano presto gremiti di operai e macchinari. E' la scommessa per il 2000, dalla quale dipende la vittoria sulla 'diaspora' dei villalaghesi. L'artigianato, purtroppo, è un ramo quasi secco, nonostante fino all'ultimo dopoguerra i nostri artigiani fossero stati rinomati in tutto il circondario, per la loro perizia ed alacrità. Si registrano due piccole imprese edili, due imprese nell'idraulica tradizionale e nell'idraulica da riscaldamento, un falegname e null'altro. Non c'è nè una sartoria, nè una calzoleria;
  3. settore terziario - turismo e servizi. E' il campo che avrebbe dovuto far decollare l'economia del paese, ma, finora è stata l'araba fenice. Nel commercio, sopravvive ancora la cultura del 'negozio sotto casa' che è senz'altro più confacente con le caratteristiche del posto, ma, innegabilmente, fa perdere competitività agli operatori stessi e convenienza ai consumatori. In totale gli esercizi commerciali sono 7. L'attività di maggior rilievo è DI IANNI EDILIZIA che può essere considerata l'azienda più importante in tutta la valle del Sagittario, fino a Sulmona, per quello che concerne il commercio dei materiali per l'edilizia.
    Il turismo conserva le strutture ricettive che c'erano già dalla fine degli anni '70 del secolo scorso: l'Hotel Stella Alpina, il Park Hotel ed il camping 'I Lupi', peraltro di ottima qualità. Vi sono 2 trattorie, 2 pizzerie, 3 bar, oltre allo stabilimento balneare sito a Villalago Riviera che fornisce anche noleggio di natanti e velocipedi, ed una palestra.
    In località Villavecchia, la San Domenico s.r.l., azienda di servizi per gli anziani, ha realizzato una struttura per ospitare persone bisognose di assistenza che è entrata in funzione nell'ottobre 2001. Da voci non ufficiali, si è appreso che a fianco dell'edificio realizzato, ne sarà costruito un'altro, con lo stesso scopo.
  4. intervento degli Enti Pubblici e collegamenti. Il Comune di Villalago, dopo decenni di limitata capacità di manovra, in ambito di stimolo all'economia locale, può cominciare ad intravedere tempi migliori. La centrale idroelettrica di località Crescura, a monte del lago di San Domenico, una volta ammortizzati di costi di costruzione ed impianto, potrà fornire un sicuro e pressochè costante introito, da impiegare nel settore produttivo e nella politica di "recupero demografico" (ripopolamento, con il rientro di parte dei villalaghesi che hanno lasciato, anche di recente, il paese).
    Sempre nella stessa ottica, è stato recentemente varata una bozza di progetto di realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica, sfruttando l'energia eolica. Il "campo eolico" dovrebbe essere costituito da circa 15 pale ed allocato alla sommità dei monti Preziosi, nel settore nord - ovest del massiccio di Montagna Grande.
    Con questi presupposti anche economici. Villalago potrà far valere, con più forza, i suoi interessi ed obbiettivi, anche nel settore dei collegamenti, con particolare attenzione alla viabilità. Se non fosse per la mancata variante di Anversa degli Abruzzi, Villalago ed il resto della valle potrebbero godere di una posizione straordinaria a soli 16 km dal resto d'Italia, dall'uscita autostradale di Cocullo. I collegamenti telefonici sono ottimi, grazie alla linea in fibre ottiche che risale la valle del Sagittario ed ai ponti ripetitori sul monte Genzana, e quelli radio - televisivi sono completi. I trasporti pubblici sono gestiti dall'A.R.P.A. S.p.A. che amministra la linea Scanno - Sulmona, e dalla Schiappa s.r.l. che amministra un collegamento diretto giornaliero Scanno - Roma.

Brevi considerazioni

La struttura economica di Villalago, fino alla seconda Guerra Mondiale, basata sul tandem agricoltura - artigianato, ha sortito un effetto perverso anche sull'economia della fine del ventesimo secolo, specialmente se facciamo un confronto con la vicina Scanno. Perchè ? Abbiamo già analizzato, nella sezione riguardante la storia e nella presente, che l'agricoltura non aveva assolutamente un potenziale tale da sostenere lo sviluppo dagli anni '50 in poi. Il valore dei terreni, da un punto di vista di dimensioni e di produttività, era basso. L'artigianato, pur essendo di qualità, non fu valorizzato e non decollò, a causa della scarsa circolazione della valuta. A Scanno, invece, oltre alle altre realtà, tra le quali in turismo che, prima della 1940, registrava la presenza di alcuni alberghi, aveva una grandissima risorsa nella pastorizia transumante.
Guardando le cose dal lato macroeconomico, prima della guerra, mentre Villalago aveva un'economia costituita per il 90% di lavoro e 10% di capitale, Scanno l'aveva costituita per il 60% di lavoro e 40% capitale. Questa disparità, fece la differenza nel dopoguerra, quando entrambi i paesi si spopolarono; a Scanno, rimase un capitale tale da consentirgli di conservare e sviluppare l'aspetto turistico che aveva già fatto capolino. Scanno, successivamente, costituì sempre un modello da seguire, senza considerare le differenze sostanziali fra i due paesi. La sterile rincorsa al turismo a tutti i costi, finì ideologicamente quando si puntò sulla zona artigianale e sulla centrale idroelettrica. Villalago non può rinnegare il suo passato artigiano ed il suo futuro può essere nell'artigianato e nell'industria. Le condizioni per un decollo potrebbero realmente crearsi se venisse risolto il "nodo" stradale di Anversa degli Abruzzi. Villalago ha una posizione ottima, vicinissima all'autostrada, e con aree di sviluppo potenziale che nessun paese vicino può contrapporre; manca solo una viabilità decente che non scoraggi l'imprenditore che volesse investire nella nostra zona. Bisogna, comunque, sottolineare che il capitale da investire deve sempre arrivare da fuori, almeno per imprese di una certa consistenza, ma non è un neo, nè un bubbone da nascondere. Lo sviluppo industriale del nord Italia, negli ultimi decenni dell' '800, è stato avviato grazie all'investimento di capitali esteri (francesi prima, tedeschi poi) ed alle commesse pubbliche. Ai villalaghesi rimane il non facile compito di creare le condizioni perchè questi investimenti arrivino e che, seppur con i tempi fisiologicamente necessari, riescano a dare un impulso e stimolo alle capacità imprenditoriali locali, in maniera da avere, in avvenire, un tessuto economico artigianato - industriale capace di autoalimentarsi.
Ed il turismo? Non si può abbandonare un settore così importante. Il territorio di Villalago è un capitale da spendere con un turismo a misura d'uomo, praticato da chi ama la natura e, principalmente, la rispetta. In Abruzzo, c'è un modello del genere da seguire: Civitella Alfedena.
Sarebbe turismo tutto l'anno e non due mesi all'anno. Se Villalago avesse 10 alberghi, nel mese di agosto li riempirebbe tutti; e gli altri mesi? Gli operatori ed i lavoratori del settore, cosa farebbero durante gli altri 11 mesi? Questo è il turismo di massa, periodico. Il turismo che sarebbe più confacente a Villalago è quello di 3 alberghi che lavorano tutto l'anno, creando i posti di lavoro di cui si avrebbe tanto bisogno.
Del resto, i nostri amministratori non potevano fare molto. Villalago ha subito la stessa sorte di tutto il centro - sud, incentivato allo sviluppo dalla Cassa per il Mezzogiorno, in modo da costruire grandissime realtà industriali, in alcuni punti geografici ed i alcuni settori dell'economia, definiti strategici, poi regolarmente andati in crisi (si pensi ai poli siderurgici di Taranto e Bagnoli), invece di fornire i capitali per incentivare e stimolare l'imprenditoria privata (il modello marchigiano stava fiorendo proprio negli anni '60). Probabilmente, così l'artigianato sarebbe diventato l'elemento trainante dell'economia locale, trasformandosi, magari, anche in piccola e media industria ed una parte dell'emigrazione sarebbe stata scongiurata.
Purtroppo, il processo è in ritardo di 50 anni, la storia non si fa con i "ma" ed i "se", ed i danni provocati non saranno facilmente sanabili.



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